Matteo Musetti
la mia fotografia non vuole rappresentare la realtà bensì ne è la mia personale visione
Si dedica principalmente alla paesaggistica, ma ben presto un senso di insoddisfazione fa la sua comparsa e diventa sempre più invasivo. Quindi con il tempo, l’esperienza e una maggiore consapevolezza interiore, abbandona la paesaggistica e ogni tecnicismo estetico, per addentrarsi in una ricerca più intima che esplora i sentimenti attraverso una fotografia che racconta stati d’animo e spaccati di vita, infrangendo le regole ferree della fotografia tradizionale.
Crede fermamente nello studio del linguaggio artistico in tutte le sue forme al di fuori di ogni vincolo accademico.
Ama raccontare il suo territorio fotografando storie come “Franco la forza della curiosità” “Staglieno un silenzio assordante” oppure “pazzia arancione”.
Il suo progetto più profondo è “Il Silenzio è Violenza”, un viaggio interiore attraverso luoghi abbandonati, dalle fabbriche agli ospedali, dai manicomi alle ville, alla ricerca di un padre mancato diversi anni fa.
MATTEO MUSETTI
la mia fotografia non vuole rappresentare la realtà bensì ne è la mia personale visione
Si dedica principalmente alla paesaggistica, ma ben presto un senso di insoddisfazione fa la sua comparsa e diventa sempre più invasivo. Quindi con il tempo, l’esperienza e una maggiore consapevolezza interiore, abbandona la paesaggistica e ogni tecnicismo estetico, per addentrarsi in una ricerca più intima che esplora i sentimenti attraverso una fotografia che racconta stati d’animo e spaccati di vita, infrangendo le regole ferree della fotografia tradizionale.
Crede fermamente nello studio del linguaggio artistico in tutte le sue forme al di fuori di ogni vincolo accademico.
Ama raccontare il suo territorio fotografando storie come “Franco la forza della curiosità” “Staglieno un silenzio assordante” oppure “pazzia arancione”.
Il suo progetto più profondo è “Il Silenzio è Violenza”, un viaggio interiore attraverso luoghi abbandonati, dalle fabbriche agli ospedali, dai manicomi alle ville, alla ricerca di un padre mancato diversi anni fa.
MATTEO MUSETTI
la mia fotografia non vuole rappresentare la realtà bensì ne è la mia personale visione
Si dedica principalmente alla paesaggistica, ma ben presto un senso di insoddisfazione fa la sua comparsa e diventa sempre più invasivo. Quindi con il tempo, l’esperienza e una maggiore consapevolezza interiore, abbandona la paesaggistica e ogni tecnicismo estetico, per addentrarsi in una ricerca più intima che esplora i sentimenti attraverso una fotografia che racconta stati d’animo e spaccati di vita, infrangendo le regole ferree della fotografia tradizionale.
Crede fermamente nello studio del linguaggio artistico in tutte le sue forme al di fuori di ogni vincolo accademico.
Ama raccontare il suo territorio fotografando storie come “Franco la forza della curiosità” “Staglieno un silenzio assordante” oppure “pazzia arancione”.
Il suo progetto più profondo è “Il Silenzio è Violenza”, un viaggio interiore attraverso luoghi abbandonati, dalle fabbriche agli ospedali, dai manicomi alle ville, alla ricerca di un padre mancato diversi anni fa.